Gli studenti danno una grande lezione di vita, non lo fanno con sermoni o relazioni ma con i fatti: con cibo e cartelloni
Come in tutte le cose c’è una grande differenza tra la forma e la sostanza. C’è una grande differenza tra il semplice etichettare un contesto con l’abusata parola “Multiculturale” e conoscerlo davvero, viverlo, testimoniarlo, assaporarlo. Lasciarsi andare a un’esperienza multiculturale costringe a mettere da parte i vecchi schemi mentali per abbracciare il nuovo. Spesso questo nuovo, questo “diverso”, aiuta a conoscere meglio il mondo che ci circonda, accomuna tutti i popoli sotto le stesse radici e offre insegnamenti per conoscere sé stessi. Secondo l’enciclopedia Treccani la parola multiculturale porta alla mente il concetto di “Mosaico di culture“, e in un mosaico i diversi colori convivono senza forzarsi a vicenda. Tutti recuperano un posto, ma stanno insieme in un unico grande disegno.
Stamattina presso il Museo Civico Raffaele Marrocco (Mu.Ci.Ra.Ma) gli studenti del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti (CPIA Caserta), sede di Piedimonte Matese, hanno offerto un grande spunto di riflessione.
Prima di tutto bisogna dire che il CPIA è un’Istituzione scolastica autonoma di recente costituzione, con un assetto organizzativo peculiare e diverse sedi dislocate sul territorio della Provincia di Caserta. Si rivolge a persone di età superiore ad anni sedici (fuori dall’obbligo scolastico) e si rivolge sia a cittadini italiani che stranieri; mira a organizzare diversi percorsi formativi. Ad oggi conta circa 1500 studenti.
Tra i percorsi formativi il CPIA si occupa di far conseguire il diploma conclusivo del primo ciclo di istruzione (ex licenza media, corsi di 400 ore); certificazione di assolvimento dell’obbligo di istruzione (primo biennio delle scuole superiori, corsi di 825 ore biennali); certificazione di conoscenza della lingua italiana di livello A2 (alfabetizzazione) per gli studenti stranieri (corsi di 200 ore). Attività di Ampliamento dell’offerta formativa: corsi di informatica (base ed ECDL);Corsi di Lingua Inglese e Francese; Progetti Regionali e Nazionali come (POR Campania “Scuola Viva”, PON-FSE e F.A.M.I.”A te la parola”).
Detto ciò, stamane si è svolto un incontro conclusivo riguardante due progetti, che hanno coinvolto sia cittadini italiani che stranieri della sede di Piedimonte Matese. La parola d’ordine è stata: contaminazione.
Gli alunni coinvolti hanno dapprima imparato a guardarsi intorno con occhi attenti, per conoscere il territorio, attraverso visite guidare al Museo e nei luoghi simbolo della città; hanno portato tutto in pratica con l’elaborazione di relazioni, scritti, cartelloni esposti stamane, che hanno altresì permesso agli studenti stranieri di apprendere i rudimenti della lingua italiana e metterli subito “in funzione”. Sempre all’interno dei progetti, gli studenti sono stati coinvolti in un laboratorio di lavorazione di prodotti di ceramica presso la Bottega Terraquea, dell’amica Ada Colapetella.
Il secondo progetto ha invece fatto da sfondo alla contaminazione gastronomica. Gli studenti hanno realizzato ricette tipiche dei propri paesi, le hanno personalizzate e se le sono scambiate, hanno lavorato spalla a spalla, hanno realizzato dei video per la documentazione, e infine hanno offerto i prodotti finiti questa mattina, nel momento conclusivo dell’appuntamento.
Detto ciò, oltre ai dettagli tecnici, oggi si è fatta avanti una riflessione proprio mentre guardavamo quel tripudio di colori, assaporavamo le pietanze. Negli ultimi anni pare sia tornato il pregiudizio verso il diverso. Vuoi alcuni episodi di cronaca, alcuni pregiudizi ancora insediati in molte persone, vuoi diverse altre cause, sembra che il diverso sia un ostacolo. Ancora, nel 2018.
Gli studenti ci hano dato una grande lezione. In una stessa stanza possono tranquillamente convivere persone che hanno radici diverse, se lo vogliono e se c’è rispetto. La cultura è un insieme unitario di conoscenza, ma che per comodità didattica dividiamo in settori, in materie. Tutto è cultura, e tutto può mescolarsi: cose e persone. Andando a scavare nelle diversità, superando i primi ostacoli di paure spesso infondate, si scopre un mondo affascinante; si scopre che in realtà ci sono legami sottili che accomunano tutti: la musica, la letteratura, i ceppi linguistici, il cibo, la genetica, le religioni. Senza fare giri di parole, gli studenti ci hanno dimostrato che si può vivere in armonia. Loro lo hanno fatto in piccolo. Eppure nella società di oggi, rapida e liquida, le barriere stanno lentamente scomparendo, con esse anche i vecchi canoni di vecchi modelli di società. Tutto avanza, e con esso dovremmo farlo anche noi, per goderci di più la vita in serenità, contaminandoci a vicenda.
Guglielmo Ferrazzano